Dare un nome
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Gabriella Schelotto affronta un tema sul quale è stato scritto troppo, la chiusura forzata di ogni attività per effetto della pandemia, e riesce come al solito ad affrontare l’argomento in modo originale, in forma di diario nel quale compaiono ad ogni pagina personaggi nuovi. Come il primo elaborato anche questo si conclude con una morte, vissuta e sofferta anche se pensata tra le righe come ineluttabile.
Forse l’autrice non sarà d’accordo, ma questo scritto è la prosecuzione del “Nespolo”.
Il primo testo guardava al passato; riviveva un’infanzia conclusa con la morte della nonna e la svendita della casa; questo affronta un tema che allora neppure si riusciva a immaginare, la vita al tempo della chiusura forzata nella propria abitazione, non per una colpa ma nella speranza di tener lontano un contagio che ha mutato il nostro modo di vivere.
Il diario ripercorre le fasi e i temi dell’isolamento: dalla prima ricerca di una ragione di vita alla solitudine che affligge, sempre con la volontà caparbia di ricercare una speranza che aiuti a superare le presenti difficoltà e consenta di guardare al futuro.
Compaiono nuovi personaggi; i figli ormai adulti, alla ricerca di una stabile sistemazione, le badanti a rendere meno triste la caduta nell’oblio, inevitabile per legge di natura, della vecchia madre che segue la strada già percorsa dalla nonna …. il cane da cui proviene un messaggio di fiducia.
Infine la morte della madre, evento ineluttabile e tuttavia sempre dilazionato, come se non si dovesse verificare mai.
Il testo offre spunti di tristezza e di speranza.
Il primo scritto descriveva un’infanzia e una gioventù trava- gliate, il secondo un presente irto di difficoltà, quest’ultima fatica è fuori del tempo, anche se riferisce eventi indicati con le date; sono le reminiscenze di letture mai abbastanza meditate, sparse qua e là e rese evidenti con il corsivo, a indicare che la soluzione alle angosce di ora va ricercata nella parola che torna alla memoria e ci conforta.
ALTAIR
GABRIELLA SCHELOTTO è nata a Genova, ha compiuti gli studi superiori presso il Liceo Classico Cristoforo Colombo della città e, conseguita la Laurea in Giurisprudenza, esercita da anni la professione di avvocato. Nel 2012 per la Marco Sabatelli Editore ha pubblicato il suo primo romanzo Il Nespolo che guardava la casa, cui è seguito nel 2018 La Via tracciata con la stessa casa editrice. In questo travagliato 2020 consegna al giudizio dei lettori l’ultima fatica letteraria: Dare un nome.
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