Descrizione prodotto
Nel paese di Stefano, è lo slogan di una delle fabbriche di amaretti: «Il paese delle dolcezze».
Dolcezza, un’altra parola, un altro concetto che differisce per geografia. E’ senz’altro dolcezza tipica di questo ed altri paeselli, il non dire ti voglio bene – ma non te lo dico perché intanto lo sai. Un atteggiamento di cile da comprendere in altre latitudini. I duelli rusticani, il sacro, la bestemmia, Stefano le racconta, o le canta forse, perché le sue parole sono orali prima di tutto. Racconta o parla di persone, prima di tutto. Sono quadretti, e vengono in mente l’aria di Goscinny, e un pò anche Guareschi. Stefano mesce infatti antiche tradizioni letterarie. Prima di scrivere dei suoi pensieri ha diradato un velo di umidità, di nebbia, e i suoi personaggi escono chiari dalla storia. Nella Storia la voce del Messaggero è vera, ed è più vera che il fatto sia realmente accaduto. Condivide segreti, e non so se in fondo, questo, lui lo sappia. Parla sul filo del rasoio della sua visione, del suo fenomeno, del suo evento. Ed è tanto più romanzato, quanto più autentico. E… sano. Sano, evidentemente, come una risata, che è il modo di perdonarci. Tutti.
Nel paese dei meccanici, delle fabbriche di segrete dolcezze, Stefano ricongiunge terra e cielo, vivi e morti.
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