Descrizione prodotto
La bottiglietta che campeggia in primo piano sulla copertina di questo libro è quella della “gazzosa con la biglia” che Serafino Musso ha scelto, come immagine emblematica della memoria, per ricordare un periodo – quello degli anni ’30 e dintorni – di cui in queste pagine ci offre un gustosissimo spaccato recuperando, in un grande affresco, figure, paesaggi ed aspetti d’ambiente e di costume.
“In fondo - dice Musso con pacata ironia - se un giorno oseremo tentare un bilancio, dovremo pur tenerne conto dei piaceri donatici da quelle lontane gazzose…“
Il libro tratta, come chiarisce il sottotitolo, della vita a Savona, a Genova e nell’entroterra ligure, in quell’estremo periodo di sopravvivenza – pure fra convulsioni e stravolgimenti, già “moderni” – di una civiltà secolare che la guerra e poi l’avvento della TV e dell’automobile, ma soprattutto un vorticoso sviluppo tecnologico-consumistico, avrebbero dispersa mutando profondamente, con l’ambiente, i costumi, le abitudini, i modi di sentire.
Sotto questo riguardo, l’interesse dell’Opera trascende largamente l’ambito “locale” e si rivolge alla vasta schiera di lettori “anziani e non” che – non del tutto dimentichi dell’amore alla loro terra e alle loro radici – desiderano “rivedere” un periodo capitale della nostra Storia, per certi versi grottesco, irriconoscibile, o penoso, (eppure, per molti di noi, non del tutto diradato di volti cari), attraverso una testimonianza che ha il sapore inconfondibile dell’autenticità.
Una galleria di personaggi – oggi paradossali – realmente esistiti, fornisce un campionario altrettanto illuminante di un saggio di sociologia. E alcune ricostruzioni di aspetti vari della vita quotidiana riescono non meno significative di altrettanti documentari visivi.
Ma il libro si segnala soprattutto per la proprietà e le capacità trasfiguranti del linguaggio (che eleva a dignità le più umili cose, come appunto una bottiglietta di gazzosa), per ricchezza di immagini e di idee ; e – diciamola infine la parola “osé” – per la sua Poesia, a volte quasi struggente, più spesso sommessa, sotto un velo di ironia.
SERAFINO MUSSO nacque a Savona. Studiò presso il locale Ginnasio Liceo “G. Chiabrera” a Savona poi, a Genova, medicina.
“Linguista” autodidatta: parlava correntemente il dialetto savonese e si era familiarizzato fin dall’infanzia con alcune varianti arcaiche delle zone di Stella, Sassello e Pontinvrea (nonché a scuola, con l’italiano): insegnò per decenni tedesco e inglese in Savona e provincia, esercitando anche la professione del traduttore.
Alcuni dei suoi scritti sono comparsi sul settimanale savonese “Il Letimbro” e, uno, nei “Quaderni Sassellesi”.
Si occupò sempre di libri e negli ultimi anni anche di una libreria.
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