Descrizione prodotto
Scriveva l’editore Marco Sabatelli sull’introduzione di questo libro: “Anche a Savona, verso la fine degli anni sessanta, soffiò il vento della rivalutazione critica del secondo futurismo, con la riscoperta del fondamentale contributo dato al movimento degli artisti legati all’esperienza savonese. Ma il revival riguardò soprattutto le arti figurative, e in particolare la ceramica, fiorita intorno al genio prorompente di Tullio d’Albisola. Non vi fu, in quegli anni, pari interesse per la letteratura dei futuristi, né, tanto meno, si parlò di ristampe (troppo forte, forse, durava l’impatto del retroterra ideologico fascista che si esplicitava spesso nelle parole di questi poeti).
In seguito lo sguardo, fattosi più pacato, permise di mettere a fuoco il valore di opere troppo in fretta dimenticate. L’intenzione di ripubblicare Savona, di Pennone, Acquaviva e Brizio, era già viva nei primi anni ottanta, quando Giovanni Farris e l’autore stesso, l’amico Pennone, avevano iniziato a parlarne con me negli uffici della vecchia tipografia di piazza Vescovado. Non era ancora più che un desiderio condiviso, un proposito ancora indefinito, lanciato in prospettiva senza aver preso in seria considerazione tutti gli aspetti di un’impresa che presentava serie difficoltà tecniche e impegni economici non indifferenti.
Più tardi, negli anni che seguirono la scomparsa di Pennone, si sentì più acuto il vuoto lasciato dalla sua assenza: di colui che era stato “il più alto pennone della declamazione farfaiana”, per usare l’iperbole di Marinetti, o più semplicemente la voce di un gruppo che aveva caratterizzato a livello nazionale la cultura savonese del Novecento.
Il progetto di ripubblicare Savona fu ripreso più volte, giovandosi anche delle ricerche che nel fratempo si venivano facendo sul capitolo del futurismo savonese, e in particolare quelle di Giovanni Farris, autore di numerosi studi e curatore del terzo libro di latta, Farfa il miliardario della fantasia, preparato per la mostra “Futurismo & Futurismi”, allestita al palazzo Grassi di Venezia nel 1986.
Recentemente la Società savonese di storia patria, consapevole di dovere indirizzare l’immagine storica, come nell’antico, così nel contemporaneo, e convinta che le testimonianze del secolo appena trascorso sono anch’esse minacciate di scomparsa, ha appoggiato con entusiasmo l’idea di ridare vita a un documento artistico e culturale essenziale del nostro Novecento, trovando nella Fondazione A. De Mari – Cassa di risparmio di Savona sensibile ascolto per il sostegno finanziario all’impresa.
Così, dalla collaborazione di molti, nasce oggi questo libro”.
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